“La verità vi farà uniti” – La truth and reconciliation Commission: una giustizia in cammino per superare l’Apartheid
Claudia Mazzucato, 4 dicembre 2014
Il ricordo dell’uomo Nelson Mandela attraverso la sua dirompente esperienza di giustizia.
Questo l’orizzonte svelato, in modo appassionato e appassionante, da Claudia Mazzucato dinanzi all’uditorio vasto e attento, costituito da molti studenti, ma anche da molti ospiti esterni, raccoltosi nell’Aula Magna lo scorso giovedì 4 dicembre per la Lezione aperta della Facoltà di Scienze politiche e sociali.
Se è nello spirito delle Lezioni aperte della Facoltà l’aprire un dialogo con la Città su temi e figure paradigmatiche, senza dogmatismi, la storia di Mandela permette di prendere coscienza della centralità dell’umano e del dramma della sua eclissi. L’esperienza sudafricana dell’Apartheid è infatti questo, eclissi dell’umano: nel porre l’uomo contro l’uomo; nell’elevare l’uomo (bianco) a giudice dell’altro, del diverso; nel disgregare, così, la fiducia che regge il sistema delle relazioni sociali.
Proprio dall’esperienza dell’ingiustizia, di una ingiustizia ammantata del sigillo della legalità formale, nasce un’esperienza di giustizia dirompente. E’ l’esperienza di giustizia del testimone consapevole Mandela – l’uomo di legge divenuto “fuorilegge” -, ma è anche l’esperienza di giustizia di un intero popolo e, al tempo stesso, di una Nazione.
Il faticoso percorso di giustizia avviato con l’istituzione della Truth and Reconciliation Commision è infatti un’intuizione fondamentale del pensiero politico di Mandela, il quale consente la nascita della moderna nazione sudafricana e la sua uscita non sanguinaria dall’esperienza tragica – e non ancora completamente risolta - dell’Apartheid.
Questo percorso di giustizia scardina il tradizionale modello di reazione al crimine fondato sulla punizione, sull’isolamento del colpevole, sulla sua segregazione dalla comunità, sulla sua neutralizzazione. Al suo posto prende avvio un percorso di giustizia fondato sul racconto pubblico della verità, la verità del carnefice e della vittima: un percorso doloroso, faticosissimo, lungo, passato per l’ascolto di migliaia di storie personali, delle vittime così come dei perpetrators; un percorso, però, collettivo, che mira a riparare le ferite aperte dalla segregazione, a unire senza uniformare.
Come ci racconta Claudia Mazzuccato nelle sue parole conclusive, l’idea di una giustizia capace di riparare muta la struttura stessa della responsabilità, aprendola alla dimensione del futuro. Nello stesso tempo consente di recuperare l’importanza del precetto - della norma di comportamento socialmente responsabile - piuttosto che della sola sanzione per la sua violazione.
Se il racconto della verità è capace di ricucire ferite senza privare l’uomo del suo futuro, il racconto dell’esperienza di giustizia del Presidente Mandela mostra il volto contagioso di un diritto “umano”, del quale questo tempo ha sempre più bisogno per non smarrire la possibilità del proprio futuro.