«L’azione sociale è per il cattolico dei nostri tempi un dovere, nel compiere il quale è bene che giovani, addestrati allo studio delle discipline economiche, politiche e sociali, possano coadiuvare l’apostolato sociale che la Chiesa sino dai tempi apostolici ha esercitato»: così Padre Gemelli, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 1926-1927, indicava una delle indispensabili premesse per la costituzione della Scuola di Scienze politiche, economiche e sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che proprio quell’anno avviava le sue attività. A novant’anni da quell’inizio, martedì 4 aprile 2017, si è svolta una giornata di studi per riflettere sulla genesi e sullo sviluppo del progetto educativo e culturale che si trova alla base dell’attuale Facoltà di Scienze politiche e sociali e che era già pienamente accolto nelle sue linee di fondo sin dal 1921, quando furono attivate le prime due facoltà dell’Ateneo dei cattolici italiani, quella di Scienze sociali e di Filosofia.
L’istituzione della Scuola di Scienze politiche, economiche e sociali rendeva concreto un ideale coltivato da molti cattolici, i quali – come ha ricordato il preside Guido Merzoni – avevano individuato nello studio dei fenomeni sociali il presupposto indispensabile per quell’«azione sociale» tanto cara a padre Gemelli.
Infatti, dagli ultimi decenni dell’Ottocento una larghissima parte del mondo cattolico auspicava la creazione di un luogo di formazione che fosse in grado di fornire una solida preparazione culturale ispirata ai principi della dottrina sociale della Chiesa. Uno dei principali promotori in tal senso, come ha sottolineato il prof. Pietro Cafaro, fu sicuramente Giuseppe Toniolo, padre spirituale di una lunga schiera di docenti che plasmarono la fisionomia della Scuola di scienze politiche, economiche e sociali prima e della Facoltà di Scienze politiche, economiche e commerciali poi (dal 1931), destinata a diventare dal 1936-1937 Facoltà di Scienze politiche (salvo un breve periodo, dal 1947-1948 al 1955-56, quando tornò a chiamarsi Facoltà di Scienze politiche e sociali).
Una linea di continuità evidente dalla Scuola di Scienze politiche, economiche e sociali fino all’attuale Facoltà di Scienze politiche e sociali (nata nel 2012 dalla fusione con la Facoltà di Sociologia) è la natura interdisciplinare che caratterizza i corsi di studio, rimarcata e approfondita dagli interventi, rispettivamente, di Claudia Rotondi per quanto riguarda gli insegnamenti economici, di Damiano Palano per quelli politico-istituzionali, di Barbara Boschetti per gli studi giuspubblicistici, di Dino Rinoldi per l’area del diritto internazionale ed europeo, di Giancarlo Rovati per l’area sociologica e di Massimo De Leonardis per la storia internazionale.
Nel corso della mattinata è stato inoltre proiettato un video che raccoglie le testimonianze di Vincenzo Cesareo, Michele Colasanto, Lorenzo Ornaghi e Alberto Quadrio Curzio, i quali hanno ricordato la loro esperienza di studenti e di docenti della Facoltà, contribuendo così a rievocarne frangenti significativi, e non dimenticati, della sua storia.