Università Cattolica del Sacro Cuore

Facoltà di Scienze della Formazione

Profilo del Prof. Norberto Galli

di Luigi Pati

Il prof. Norberto Galli, docente universitario fuori ruolo dall’anno accademico 1998-1999, è nato a Villabianca di Marano (MO) il 29/06/1926. In qualità di professore ordinario di Pedagogia generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, egli ha ricoperto ininterrottamente dal 1976 al 2001 la cattedra a suo tempo lasciata libera dal prof. Aldo Agazzi.

Nel corso della sua lunga carriera accademica egli ha legato il suo nome a un settore specifico della ricerca pedagogica: quello della pedagogia e dell’educazione familiare. In forza di esso, ha approfondito aspetti e problemi peculiari del discorso pedagogico. E’ questo un modo per dire che “l’oggetto famiglia” ha offerto al prof. Galli la possibilità di calare “in situazione” le proprie riflessioni sugli aspetti fondativi della scienza pedagogica. Testimoniano l’intenso e continuo lavoro di ricerca i ventisei volumi e i numerosi articoli e saggi pubblicati.

1. Le radici del pensiero pedagogico di N. Galli.

Per comprendere in maniera adeguata il pensiero pedagogico di Norberto Galli, è necessario rilevare il seguente fattore: in lui è viva la convinzione che qualsiasi discorso sull’educazione non può essere affrontato e sviluppato, se si prescinde da una chiara concezione dell’uomo, del mondo e della vita. Egli privilegia la concezione filosofica che si collega alla tradizione tomistica e rosminiana e che trova modi e possibilità di approfondimento nella grande corrente del personalismo.

Per la sua appartenenza al filone classico della pedagogia italiana di orientamento personalistico egli si colloca nella linea di pensiero tracciata da M. Casotti, A. Agazzi, P. Braido, dei quali assume soprattutto l’impostazione epistemologica. In ordine agli ultimi due studiosi, Galli ha asserito: “L’insegnamento del prof. Agazzi mi ha confermato, arricchito, giustificato quello precedente del prof. Braido. Ho imparato a vedere tra pedagogia ed educazione un’interna correlazione, un interscambio fecondo. Lo studio dell’una richiama l’altra”[1].

Il personalismo pedagogico del prof. Galli è affatto originale. In modo sintetico è possibile asserire che esso s’impernia, per un verso, su una teologia razionalmente fondata; per altro verso, su chiari fondamenti axiologici. Le dimensioni teologica e filosofica dell’educazione occupano un posto di primo piano nel pensiero pedagogico del prof. Galli, non soltanto perché esse fondano il concetto di persona, ma anche perché sono sostegno imprescindibile della stessa educazione nel suo farsi. Tutto ciò può essere compendiato nel seguente assioma pedagogico. La persona in quanto essere educabile è strutturalmente, per sua caratteristica intrinseca, chiamata ad aprirsi al dialogo con il Trascendente e con il mondo dei valori. Pertanto, una educazione che prescindesse dal tema della proposta valoriale tradirebbe la persona.

E’ ben vero che per il prof. Galli la riflessione pedagogica non può fare a meno anche dei risultati offerti dalle scienze descrittive, dalla psicologia e dalla sociologia specialmente. Questi sono assunti da quella per dare consistenza al suo “proprium”: delineare percorsi educativi nella prospettiva del “dover essere”. In tale contesto, Galli considera fondamentali gli apporti provenienti dalla psicologia umanistica. Non per nulla egli ha fatto conoscere in Italia, anche traducendone alcune opere, studiosi come J. Nuttin, G. W. Allport, H. Thomae, A. Vergote.

Nel complesso, quella di Norberto Galli si può definire una “pedagogia del dialogo”: prima di tutto, con le altre scienze, con la psicologia e la sociologia in ispecie; in secondo luogo, con i settori di ricerca privi di una teologia razionale; in terzo luogo, con la Parola. E’ viva il lui la preoccupazione di dare fondamento razionale agli orientamenti tipici del messaggio religioso cristiano. 

2. I settori della ricerca pedagogica di N. Galli.

Il prof. Galli con il proprio lavoro di ricerca ha privilegiato tre specifici settori di riflessione: la pedagogia dei valori, la pedagogia dell’arco vitale, la pedagogia della famiglia.

a) La pedagogia dei valori. Norberto Galli si è molto impegnato affinché nella teoria dell’educazione potessero trovare adeguato spazio e riconoscimento scientifico i temi dell’educazione morale e religiosa, dell’educazione affettiva e sessuale, dell’educazione socio-civico-politica. I suoi studi al riguardo si costituiscono come punto di riferimento ineludibile per il ricercatore.

b) La pedagogia dell’arco vitale. Secondo Norberto Galli, una teoria dell’educazione non può trascurare una “pedagogia dello sviluppo durante tutta la vita”. Egli ha coltivato in maniera significativa il settore di ricerca in parola, avvalendosi soprattutto dei contributi che in proposito hanno offerto le ricerche svolte negli Stati Uniti d’America. Ha prestato particolare attenzione alle età della preadolescenza, adolescenza, giovinezza, età adulta, senescenza.

c) La pedagogia della famiglia. Per il prof. Galli, la scienza pedagogica ha da studiare il tema concernente gli spazi entro i quali si svolge l’educazione: famiglia, gruppi, scuola, Chiesa. Il primo di questi spazi – la famiglia - occupa un posto privilegiato. Di esso è opportuno che la riflessione pedagogica se ne occupi in maniera sistematica, stante l’incidenza esercitata sul destino dell’uomo e della società intera. In questa luce, egli del nucleo domestico ha indagato molteplici aspetti fondativi, contenutis­tici, metodologici, attingendo con grande rigore epistemologico ai numerosissimi contributi scientifici prodotti in campo nazionale e inter­nazionale.

3. Quale famiglia per l’educazione? 

Per il prof. Galli il rapporto tra famiglia ed educazione va esaminato, valutando sempre il bene della persona e il divenire sociale. In riferimento a ciò, egli in molti suoi lavori si sofferma sul rapporto tra famiglia e società, sviluppando il tema dell’educazione familiare come fattore su cui fare leva nell’oggi per affrontare adeguatamente il futuro. Ne emerge l’idea di educazione familiare come chiave di volta per formare le nuove generazioni a una società di cui ignoriamo i possibili esiti.

Il legame matrimoniale per N. Galli si mostra come pietra miliare su cui costruire un valido nucleo domestico. Ciò sia per la componente generativa che inerisce agli sposi, quindi per la loro apertura o meno alla vita, sia per lo stile comunicativo che l’assetto relazionale della famiglia assimila dalla coppia di coniugi. Per costoro si rende indispensabile fare propria la regola della reciprocità, da intendere come “criterio regolativo dell’interazione tra i due sessi”, atta ad avvalorare specificità, competenze, diritti, doveri nel campo dell’educazione propria e dei figli. Trova ragione d’essere, in siffatto contesto, l’idea dell’educazione permanente, per giovani e genitori, al mestiere di padre e di madre. Per gli uni sono chiamate in causa le varie istituzioni territoriali, specialmente la famiglia, la scuola, i gruppi guidati. Per gli altri è da auspicare l’istituzione di Scuole per Genitori e la riqualificazione in senso formativo e promozionale dei Consultori Familiari.  

Uno degli elementi da sottolineare è che Galli parla dell’educazione familiare non già come schermo, a cui ricorrere per difendersi dalle incognite e dai pericoli prossimi venturi. Egli sviluppa invece l’idea secondo la quale, affinché la società del terzo millennio si delinei sempre più a misura d’uomo, da parte dei pubblici poteri e del mondo scientifico-culturale è necessario tutelare e avvalorare ulteriormente la dimensione pedagogico-educativa della famiglia. Galli è convinto che l’attuale situazione di vita domestica, contraddistinta da separazioni, divorzi, accentuazione dei conflitti coniugali, famiglie monoparentali, famiglie di genitori divorziati risposatisi e via di questo passo, affonda le proprie radici nella diffusa crisi axiologica. C’è, pertanto, una chiara incidenza della società sulla famiglia. Al tempo stesso, però, egli rileva che anche l’andamento della famiglia si ripercuote sulla società: questa, a ben vedere, affonda le proprie radici in quella. A suo dire, “la famiglia (coniugalità e desiderio dei figli) ha in sé l’origine della società: sotto codesto profilo è lecito affermare che la prima è condizione e fondamento della seconda, il vero principium urbis”.

Di fronte all’odierna situazione di smarrimento familiare e sociale, per lo studioso s’impongono due emergenze. In primo luogo, elaborare la riflessione pedagogica all’insegna di una precisa filosofia della famiglia, che offra suggerimenti per la fondazione di una pedagogia della famiglia adatta al tempo presente. In secondo luogo, cominciare ad interpretare il futuro della famiglia alla luce di quelli che sono i dati oggettivi. Soprattutto, si tratta di lavorare per l’avvaloramento della famiglia come corpo sociale intermedio; come luogo fondamentale per educare alla tolleranza, in una società sempre più multietnica e multiculturale; come centro ineliminabile di educazione delle nuove generazioni al vivere democratico; come rete di rapporti solidali, che motivano all’aiuto verso gli altri senza nulla chiedere in cambio.

Nel complesso, il prof. Galli sottolinea, per i cultori della pedagogia, l’urgenza di attendere con rigore allo studio dei molteplici aspetti e problemi propri di un settore di vita, che si mostra viepiù indispensabile per l’avvento di una società degna dell’uomo; per i cultori di altre discipline, l’urgenza di considerare in modo nuovo i contributi pedagogici, assegnando il giusto peso al tema del “dover essere” personale, familiare, sociale.  

 

[1] N. GALLI, “Maestro di pedagogia, di libertà, di vita”, in Pedagogia e Vita, 2001, 2, p. 19.